CITTADINO
Genericamente, l'abitante di una città o l'appartenente a una comunità statale, che gode di specifici diritti. Concetto e contenuto del termine, che risalgono alla civiltà greca, mutarono in rapporto ai singoli ordinamenti giuridici e ai diversi momenti storici. A Roma, alle origini, i diritti legati allo status di civis (cittadino) spettavano solo ai discendenti maschi da famiglie costituenti una gens. A partire dall'età repubblicana al titolo, ormai esteso a numerose categorie di uomini, erano connessi vasti diritti: il civis poteva costituire una famiglia su cui esercitava la patria potestà, istituire un culto privato, riunire attorno a sé una clientela, offrire ospitalità, aver dominio sulle cose e sui servi (che poteva "manomettere", cioè liberare) conferendo loro, con la libertà, la cittadinanza ecc. Aveva però soprattutto il fondamentale diritto-dovere di difendere in armi la comunità e quindi di partecipare alla vita politica. L'estensione graduale della cittadinanza agli italici prima (90-87 a.C.), agli abitanti delle province esterne alla penisola poi e, soprattutto, con la Constitutio di Caracalla (212 d.C.), a tutti gli abitanti dell'impero, comportò un depauperamento del contenuto dei diritti connessi, avviando il processo di passaggio da cittadino libero e partecipe a semplice suddito, ulteriormente accentuato nell'età delle invasioni barbariche e in quella feudale. Ma tra il IX e l'XI secolo gli esponenti delle forze urbane che minarono il vecchio sistema si qualificarono come cives e con l'affermarsi dei comuni il concetto di cittadinanza assunse di nuovo il significato di partecipazione attiva alla vita politica. Il cittadino fu definito originariamente dall'adesione al patto giurato da singoli individui o da gruppi di persone e non dall'appartenenza passiva alla città. L'acquisto della cittadinanza comportava una serie di obblighi come la custodia delle mura, la milizia, l'obbedienza agli ufficiali ecc., e di diritti, tra i quali la facoltà di intervenire alle assemblee, di approvare leggi, di eleggere e di venire eletti alle cariche, di possedere immobili, di iscriversi alle arti. L'aria della città rende liberi, diceva la voce popolare, intendendo che il contadino inurbato riusciva a sottrarsi ai vincoli feudali del contado. Ma solo con la Rivoluzione francese si affermò il principio moderno dell'eguaglianza di tutti davanti alla legge, che rende tutti cittadini dello stato, per quanto rimasto a lungo valido solo per i maschi.

M. Battiston

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